Stupido e felice

 

Giorno 70, mi trovo in Congo, precisamente a Point Noire.
Ho appena terminato una piacevole conversazione con Aldo, il fratello minore della proprietaria del piccolo hotel in cui sono arrivato ieri.
Oggi verso le 4 stavo uscendo alla ricerca di un cyber café per sbrigare le mie impellenze telematiche e lui si è gentilmente offerto di accompagnarmi.
Lungo il tragitto gli ho parlato del mio viaggio e delle recenti disavventure con l’immigrazione di Kinshasa, quindi il discorso si è focalizzato sulle difficoltà burocratiche africane ed ho concluso che trovo paradossale l’aver incontrato maggiori problemi con gli apparati per l’immigrazione che durante il viaggio vero e proprio.
Domani dovrò recarmi all’immigrazione congolese per tentare di ottenere il permesso di soggiorno, documento che mi permetterà di ottenere il visto per l’Angola. Condiamo il tutto con il fatto che giovedì il mio visto congolese scadrà e la preoccupazione è servita!
A complicare le cose ci si è messa l’immigrazione di kinshasa, che lo scorso sabato non ha accettato il mio visto regolarmente ottenuto a Cotonou, probabilmente con una mancia sarei passato ma sarebbe stato come rinnegare lo spirito che ha fatto nascere questo progetto.
In questi giorni sto soffrendo un po’ la fame, devo spendere il meno possibile visto che non è semplice trovare una banca dove poter utilizzare la mia carta…
Fino a poche ore fa ero triste ed arrabbiato, questi africani non mi stanno aiutando!
Poi ho smesso di pensare ed ho iniziato ad ascoltare, ho iniziato a rivedere nella mia mente le immagini degli ultimi giorni…
Mi è stato spiegato qualche giorno fa dal mio amico Martin di Brazzaville quanto questi popoli hanno sofferto, quanta guerra che ha distrutto migliaia di vite, mi ha spiegato cosa significa oggi per un africano avere due soldi in più, poterli spendere anche per quelle cose che non rappresentano i bisogni primari.
Dopo anni con un cappio al collo chi non avrebbe voglia di un bel respiro a pieni polmoni?
Gli ho risposto che non posso veramente comprendere, posso accettare questa realtà, prendere atto che le cose stanno così e che ciò è normale.
Qualcuno mi ha tappato il naso per qualche istante e già mi sento soffocare?
Non posso dire di comprendere, sarebbe ipocrita e irrispettoso nei confronti di chi ha sofferto sul serio, di chi è morto di fame… il mio problema è trovare una banca stramaledetta!
Quindi le immagini: ieri dovevo acquistare un pezzo di pane per farmi un sandwich, al negozio non avevano il resto per la mia banconota da 10 mila franchi, me ne stavo andando quando un vecchio signore ha acquistato il pane per me. Ho visto un uomo buono, ho riconosciuto un fratello.
Prima non stavo pensando a questo, ero arrabbiato con l’ufficiale che voleva la mazzetta… io sono un bianco, ancora oggi i bianchi stanno succhiando sangue in Africa e io mi meraviglio se qualcuno ogni tanto prova a riprendersi da me una parte infinitesima di ciò che è stato loro strappato con prepotenza ed arroganza coloniale?
Non sono ancora arrivato a comprendere ma un sorriso mi si sta disegnando sulle labbra, inizio a sentire il cuore che si scalda.
Ed arriva una mail di sostegno, dal mio paese… sorrido e piango.
Aldo mi domanda perché, preoccupato e io lo tranquillizzo:
” Perché ho capito di essere stupido, stupido e felice “

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